In questo articolo abbiamo raccolto quelle che per noi sono le passeggiate più belle da fare a Vicenza, fuori dalle mura antiche della città del Palladio.
Ti accompagneremo in passeggiate diverse dai tradizionali itinerari turistici, passeggiate o gite di una giornata in luoghi dove si respira un’aria diversa e dove il tempo sembra essersi fermato.
Pensiamo a Villa Solatia di Rettorgole come il punto di partenza dal quale partire per scoprire luoghi come:
Speriamo che ognuno di questi luoghi ti possa portare prima di tutto in viaggio con la mente, alimentando il desiderio di venirci di persona.
Oasi WWF degli Stagni di Casale a Vicenza
Una passeggiata all’oasi WWF degli Stagni di Casale a Vicenza è la soluzione adatta invece per chi ha voglia di scoprire degli angoli della natura ed osservare delle meraviglie del mondo naturalistico.
Nella Zona Industriale Est verso il casello autostradale di Vicenza Est, appena fuori dalla zona centrale della città, sorge quest’oasi degli Stagni di Casale che si estende su 24 ettari di terreno, nata nel 1998 grazie all'impegno dei volontari del WWF e che oggi è diventata un Sito di Importanza Comunitaria (Sic) e una Zona di Protezione Speciale (Zps).
All’interno di questa zona protetta, è stato creato un percorso naturale dove sono visibili vari punti di osservazione, dei capanni ed una passerella in legno, percorribile anche dai disabili, e che attraversa il canneto per una lunghezza di oltre cento metri.
La finalità di questa oasi è quella di tutelare degli ambienti ormai rari delle zone umide di pianura e di far vivere in un habitat consono al loro stile di vita alcune specie animali uniche come degli esemplari di anfibi, tra cui ricordiamo l'endemica rana di Lataste o il tritone crestato e dei rettili come la testuggine palustre europea.
Nell’oasi sono presenti anche dei mammiferi come la volpe, il tasso, la faina, la lepre, il moscardino e lo scoiattolo comune europeo mentre sul canneto, considerato il più grande per estensione del vicentino, è possibile trovare numerose specie di uccelli stanziali, svernanti, nidificanti e di passo, tra cui il tarabusino, la garzetta, il martin pescatore, il tarabuso e la schiribilla.
Infine sui salici vicini al capanno di osservazione principale, già da alcuni anni, si può ammirare una delle più importanti garzaie della provincia di Vicenza, dove nidificano quasi tutte le specie di aironi osservabili in Italia che rendono l’oasi degli Stagni di Casale un luogo particolarmente adatto alle visite guidate didattiche delle scolaresche.
Chiusa a gennaio e febbraio, l’oasi viene aperta negli altri mesi solo nei sabati e nelle domeniche e nei giorni festivi infrasettimanali.
Le risorgive del Bacchiglione a Dueville, Villaverla e Caldogno
Da Villa Solatia raggiungibile in bicicletta e anche a piedi dall'argine del fiume, una passeggiata adatta a tutti.
Le Risorgive e delle sorgenti del fiume Bacchiglione, un’area verde di 27 ettari che si estende tra Dueville, Villaverla e Caldogno. Quest’area verde solo nel 2011, dopo aver subito una rigenerazione ambientale, è diventata una riserva naturale aperta al pubblico, apprezzata per la sua pace e tranquillità e per l’importanza naturalistica con la sua concentrazione di specie botaniche e animali.
E’ un’area protetta che si trova all’interno di un triangolo formato dai centri di Dueville, Caldogno e Villaverla: l’itinerario della passeggiata parte dalla frazione Vivaro a Dueville dove, dopo aver lasciato la piazza e attraversato il ponte sul Bacchiglione, si inizia a camminare sull’argine. Ricordiamo che tutti gli argini del percorso dopo l’alluvione del 2010 sono stati rinforzati e quindi possono essere percorsi con la massima sicurezza. Proseguendo, si arriva nella frazione di Capovilla a Caldogno alla cui rotatoria si trova un giardinetto con una piccola fontana e un capitello dedicato alla Vergine Maria.
Si prosegue verso il ponte Timonchio e ci si addentra nel territorio di Novoledo a Villaverla, verso le sorgenti del Bacchiglione. Qui ci troviamo in piena zona risorgive dove il bosco diventa un angolo di rara bellezza, in quanto conserva la flora originaria delle zone umide di pianura, con le sue grandi piante ad alto fusto come salici, pioppi, olmi e ontani.
Attorno a queste zone alberate nel corso del tempo si è poi sviluppato un ecosistema con numerose specie animali e vegetali: la zona umida infatti, grazie alle sue aree paludose piene di canneti, oltre a rappresentare per il territorio una riserva d’acqua per tutto l’anno, ospita alcune popolazioni di fauna selvatica e costituisce un luogo di sosta e di rifornimento per gli uccelli migratori.
Passeggiata al Lago di Fimon e le Valli di Fimon ad Arcugnano
Ad Arcugnano, a 10 km a sud di Vicenza, è possibile passeggiare intorno al lago di Fimon e nelle valli circostanti. Il lago è un residuo glaciale quaternario racchiuso nella Valle di Fimon, il cui unico sbocco sulla pianura è solamente nel breve tratto di congiunzione tra Santa Croce Bigolina e Lòngara, dove i depositi alluvionali hanno livellato il fondo della valletta alla grande pianura padana.
Questa valle è sempre stata paludosa ma già dall'età del bronzo iniziò ad essere frequentata ed abitata; nelle torbiere dei dintorni sono stati trovati resti di animali, anche tropicali, e tracce di attività umane proto-storiche.
L'opera dell'uomo in epoca storica ha poi determinato un drastico ridimensionamento degli specchi lacustri e il lago di Fimon è l'ultimo rimasto.
E’ un posto davvero affascinante e merita una visita in qualsiasi stagione dell'anno anche in compagnia dei bambini.
L’escursione attorno al lago è veramente molto appagante, si possono intraprendere vari percorsi: il più semplice è costituito da circa cinque chilometri che possono essere percorsi su una stradina sterrata chiusa al traffico e in un paio d'ore, per poter gustare tranquillamente le luci, i colori, gli odori, l'acqua, le canne palustri e l'erba dei campi di questo che viene riconosciuto come uno degli scorci più belli dei Monti Berici e del Veneto.
Se siete interessati ad una escursione più impegnativa e soprattutto meno trafficata e solitaria, la passeggiata nelle valli di Fimon è quello che fa per voi. Un tempo questa valle, chiusa a destra dal monte del Lapio ed a sinistra dal crinale collinare di Spianzana, era l’antico braccio di lago che si univa al rimanente Lago di Fimon e che si apriva verso Torri di Arcugnano.
E’ anche questo un luogo meraviglioso che merita una lunga sosta perché è impossibile resistere alla bellezza della veduta che si scorge lungo la strada del Raposso che da Perarolo scende il Monte Beretta verso il paese di Fimon.
Se poi, oltre all’aspetto puramente naturalistico, siete anche interessati alla archeologia, possiamo consigliarvi il sentiero didattico-archeologico, dove poter osservare da vicino i resti degli insediamenti che si fanno risalire ad almeno due epoche differenti, il neolitico e l'età del bronzo.
Catalogati dal naturalista vicentino Paolo Lioy, questi ritrovamenti si riferiscono a dei resti di capanne con il focolare e, nei pressi di questi insediamenti, sono stati rinvenute anche conchiglie, ossa di animali, tra cui mammiferi, pesci e tartarughe semi carbonizzate, strumenti di pietra e di osso, cocci e qualche sparuto oggetto ornamentale.
La valle dei Mulini di Mossano
Quella nella valle dei Mulini è un’escursione di circa 4 ore adatta a tutta la famiglia in un posto magico, dove si alternano panorami mozzafiato a residenze ricche di storia e dove fino al secolo scorso erano attivi ben 12 mulini idraulici di origine medioevale, che venivano mossi tutti dall'acqua di un torrente che aveva origine un poco più a monte.
Oggi ne è funzionante solo uno ma, seguendo il sentiero 81, oltre al mulino, è possibile visitare anche i “covoli”, una serie di grotte naturali: quella più famosa è la "Caverna delle Tette”, chiamata così per le numerose stalattiti dalla forma tondeggiante che pendono dalla sua volta.
Il punto di partenza per questa passeggiata, che può essere realizzata in qualsiasi stagione dell’anno ma che è preferibile organizzare in autunno e in primavera, è Mossano, un paese che si trova nella parte orientale dei monti Berici.
Si segue fedelmente il sentiero 81, dove si alternano stradine asfaltate e sentieri circondati da ricche vegetazioni, e si sale in prossimità prima del Monte Capitello e poi vicino al Monte Stria.
Da lì inizia la discesa per ritornare a Mossano: si passa prima dal borgo rurale di Contrà Rigo, dove il panorama ci regala una vista mozzafiato della pianura veneta e dei vicini Colli Euganei, poi, dopo aver attraversato un magnifico uliveto, facendo una piccola deviazione, si arriva alla grotta di San Bernardino, un’antica chiesetta dove sono stati ritrovati dei reperti che hanno dimostrato che questo luogo è stato il riparo di uomini ed animali già all'epoca dell'Uomo di Neanderthal, che è possibile ammirare attraverso delle visite guidate, organizzate regolarmente dai volontari della Pro Loco di Mossano.
Da qui si ritorna indietro per lo stesso percorso, sempre sul sentiero 81 e in pochi minuti si raggiunge di nuovo il centro di Mossano.
Breganze: l'antico maglio e le colombare
Per chi vuole tornare indietro nel tempo in un’epoca che non esiste più, deve visitare il Museo dell’antico Maglio e le mitiche colombare.
Breganze è un comune che si trova nell'arco pedemontano che va dalla Valle del fiume Astico a quella del fiume Brenta e dove le colline si protendono dolcemente fino alla pianura. Viene riconosciuta da sempre per i suoi vigneti, è famosa per la produzione di Torcolato e Vespaiolo, che caratterizzano in gran parte il paesaggio e che si alternano alle contrade.
Ma è anche una città dove, passeggiando all’interno del centro abitato, si possono ammirare alcune ville Seicentesche e dei meravigliosi paesaggi, visto che il suo centro storico è situato nel punto in cui si incontrano le valli del Chiavone Bianco e quelle del Chiavone Nero, ai piedi della fascia collinare che unisce la pianura dell’Astico e del Brenta al massiccio dell’Altopiano dei Sette Comuni.
E soprattutto si possono visitare l’antico maglio, oggi museo, e le colombare ancora in essere. L’Antico Maglio Tamiello risale al XVI secolo e oggi rappresenta uno dei magli battiferro a ruota idraulica tra i meglio conservati d’Europa.
Un’altra particolarità di Breganze è la presenza di numerose torri e colombare, tipici esempi di architettura minore e testimonianza preziosa dell'età medioevale. In città verso l’anno 1000 si iniziarono a costruire numerose fortificazioni a forma quadrata e di torre come strumento di difesa dai paesi limitrofi: Breganze infatti, per la sua collocazione geografica, si trova al centro fra Marostica e Bassano del Grappa, tra Thiene e Schio, tra Sandrigo, Vicenza e l'altopiano di Asiago e molte delle colombare nascono proprio come un’evoluzione di queste torri.
Marostica: sentiero dei Carmini dalla Piazza degli Scacchi al Castello Superiore
A Marostica, oltre a visitare il centro storico e il Palazzo Comunale, vale la pena inerpicarsi sù per il sentiero dei Carmini, che porta dalla celebre piazza fino al Castello Superiore e permette di circumnavigare la città ammirandola dall’alto.
Marostica è tra le città murate più belle del Veneto con le sue 4 porte d’ingresso al centro storico, le venti torricelle di avvistamento e la possente cinta muraria che collega i due castelli medievali.
Viene però molto spesso ricordata solo per la partita a scacchi, rievocazione storica della celebre e leggendari partita del 1454, tra due pretendenti.
All’interno del castello è doveroso visitare innanzitutto la Corte d’Armi, la Sala del Camino, l’Armeria e il Museo della partita a scacchi che espone i costumi e le foto d’epoca, per poi salire infine sul cammino di ronda, a 20 metri di altezza, dove si gode di una splendida visuale della città.
Per ammirare invece i resti del Castello Superiore o assistere, nei suoi pressi, ad una dimostrazione di falconeria, bisogna percorrere il Sentiero dei Carmini: una breve passeggiata storica che permette di ammirare gli scorci più caratteristici della cittadina da diverse angolature, tutte di grande suggestione, e visitare l'anello superiore della cinta muraria medioevale.
Il percorso parte dal centro storico nelle immediate adiacenze della chiesa dei Carmini e, attraverso un sentiero immerso in un grande giardino di ulivi, si arriva al castello superiore sul colle Pausolino.
E’ un tragitto breve, bisogna considerare un’ora tra andata e ritorno, ma ripido e su strada selciata, che quindi bisogna attraversare con scarpe comode, basse e con la suola di gomma, meglio se da trekking.
In alternativa è possibile percorrere l’Antica Strada dei Frati, un percorso più lungo e meno panoramico ma meno ripido e asfaltato che porta fino al castello dalla parte opposta.
Malghe, formaggio e Ville palladiane in Pedemontana
I comuni della Pedemontana veneta per motivi storici e geografici sono un territorio naturalistico ai piedi delle montagne vicentine che offrono ai visitatori itinerari storici. naturalistici ed enogastronomici. Un territorio ancora ricco di malghe che producono ancora oggi il formaggio e i suoi derivati, lavorati in maniera artigianale.
Con malga si intendono sia i pascoli in quota, che parte dai 600 ed arriva fino ai 2500 metri di altitudine, a seconda delle zone, sia tutte quelle costruzioni che ospitano gli animali e chi se ne occupa. Secondo un sistema di allevamento che si tramanda da secoli, gli animali, trascorrono il periodo estivo in alta quota, affinché possa mangiare erba fresca e fornire latte e carne di alta qualità.
Gli animali vengono fatti salire nelle malghe ad inizio giugno e rimangono al fresco sui monti fino alla fine di settembre, quando avviene la “desmalgada”, il ritorno a valle che viene festeggiato abbellendo le mucche con fiori e campanacci.
In ogni malga c’è una stalla dove le mucche sostano e vengono munte ed una stanza dove si prepara il formaggio, lo yogurt e il burro.
Molte di queste malghe, tutte facilmente raggiungibili in auto o dopo una breve e piacevole passeggiata, offrono anche un punto di ristoro, dove potersi sedere e mangiare direttamente in loco tutte le prelibatezze, accompagnandole magari da un buon bicchiere di vino fresco.
In Pedemontana, e più precisamente a Lugo vicentino, sorgono due bellissime ville palladiane, Villa Godi e Villa Piovene Porto Godi: la prima si trova nel territorio di Lonedo ed è una delle prime opere realizzate dal Palladio. Conserva ancora intatta la sua struttura originaria e all’interno ospita un museo archeologico dove è possibile ammirare fossili di piante e di animali vissuti in questa zona mentre i bei giardini esterni sono fruibili tutto l’anno, come giardini pubblici ed in cui si possono ammirare alberi secolari, laghetti e lunghi viali di ingresso, un tempo percorsi dalle carrozze reali.
A pochi metri da Villa Godi si trova invece Villa Piovene Porto Godi che è una villa veneta del Cinquecento e che viene attribuita al Palladio; si hanno però forti dubbi che sia stata realmente progettata da lui, in quanto presenta una planimetria poco significativa e fu oggetto nel corso del tempo di vari restauri, gli ultimi nel 1700 ad opera di Francesco Muttoni che costruì le barchesse. Patrimonio dell’Unesco dal 1996, è possibile visitare gli esterni, dove si può ammirare la lunga scalinata monumentale, che attraversa il giardino in declivio sistemato a terrazze e che conduce al corpo dell’edificio.
Dietro la villa si distende un parco di gusto romantico, con grotte naturali, sorgenti e grandiose alberature mentre, in prossimità del recinto della villa, sorge la chiesetta tardo gotica dedicata a san Gerolamo su cui è impressa anche la data di costruzione, 1496.
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